Partecipa alla 3° Masterclass Meditazione e fame emotiva

Come e perché l’abitudine alla pratica meditativa modifica profondamente il nostro rapporto con il cibo e, ancora prima, con noi stessə.
La pratica non è teoria, ma appunto pratica, che incide sulle nostre azioni nel corpo e nella mente.
Facciamolo, allora!

Meditazione: cosa è e cosa non è.
Come praticare nel modo giusto: l’impostazione della pratica, superare le difficoltà più comuni.
Come essere costanti.
Come tutto questo incide sulle nostre abitudini e le modifica, e -in particolare per quanto ci riguarda- sull’abitudine a ricorrere al cibo emotivo.

Le pratiche meditative di concentrazione e consapevolezza (Vipassana: chiara visione): le due pratiche più importanti per noi Breaters per cambiare il nostro rapporto con la fame emotiva.
Capiamole bene e facciamole nostre.

Dolori del corpo durante la pratica, pensieri che ci portano via.
Come affrontare le distrazioni: cosa fare con il nostro corpo, cosa fare con la nostra mente.
Qui e ora.

Guardarsi dentro davvero: cosa è il cibo per noi.
Riconoscerne la funzione, l’importanza, il potere.
Riconoscere i nostri limiti, la nostra fragilità.
Arrendersi.
Meditazioni di consapevolezza.

Se il cibo riempie un vuoto, via via che impariamo a fare a meno del cibo emotivo, cosa riempirà il vuoto?
Di cosa ci nutriremo?
La meditazione e il nutrimento interiore.

Riconoscere la molteplicità dei nostri personaggi interiori ed imparare ad accoglierli tutti con amicizia, a dare loro voce e ascolto.
La contraddizione è apparente, la coerenza è una trappola.

Il potere creativo della mente nel nostro modo di considerare la vita non si esercita solo in senso negativo: la mente crea pensieri sabotanti, limiti e paure di qualcosa che non c’è… ma ha anche il potere di ricreare la bellezza del nostro mondo.
Pratichiamo per riscrivere la nostra storia, quella passata e quella futura, in un modo che ci rappresenti più profondamente: più vero ed in sintonia con chi sappiamo già di poter essere.